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mercoledì 18 agosto 2010

Scandalosa e magnifica


Iside appartiene alla categoria delle Dee Madri, in quanto Dea di fertilità che insegnò alle donne d'Egitto l'agricoltura.
Tuttavia le sue imprese e i suoi attributi fanno di Lei l'archetipo per eccellenza dell'anima compagna. La sua devozione ad Osiride fu tale che lo salvò dalla morte per ben due volte, ricomponendone i pezzi e restituendogli la vita.
Iside rappresenta la ricerca suprema dell'anima gemella, l'uso consapevole del potere femminile dell'amore e del misticismo. Iside è forse la più grande rappresentante del femminino sacro che la nostra cultura ha ridotto nella figura di Maria, epurandola delle caratteristiche carnali e passionali di Iside che invece è consapevolmente femmina a tutto tondo.
Quello che vi incollo di seguito è un inno a Iside rinvenuto a Nag Hammâdi, Egitto e risalente al III-IV secolo a.C.

Perché io sono la prima e l'ultima
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità,
Io sono la Madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica.

Un vero inno alla femminilità in tutte le sue componenti.
L'uomo dovrebbe tornare ad accettare tutte le sfaccettature dell'animo e del corpo femminile, invece di proiettare sulla donna i propri schemi e le proprie sovrastrutture mentali.
Proiezioni, che per prime fanno soffrire proprio il maschio.

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